Beate quelle labbra e quelle contrade in cui si pronuncia “Ave Maria”. Ave: io ti saluto. Il più piccolo al più grande, il bimbo al genitore, l’inferiore al superiore, sono tenuti, nella legge di educazione umana, a dire sovente il saluto rispettoso, doveroso, amoroso, a seconda dei casi. Il fratello mio non deve negare questo atto di amore reverenziale alla Mamma perfetta che abbiamo in Cielo. 3.9.43
Dio non ha mandato il suo angelo a dire “Ave” a Maria soltanto. Dio vi saluta. cari figli, con le sue attenzioni, Dio vi manda per angeli le sue sante ispirazioni, Dio vi porta le sue benedizioni da mattina sera e da sera a mattina. Siete sempre circondati dalle onde amorose e previdenti del pensiero di Dio. 4.9.43
Nel Pater noster è la perfezione della preghiera. Nessun atto è assente nella brevità della formula. Fede, speranza, carità, ubbidienza, rassegnazione, abbandono, domanda, contrizione, misericordia, sono presenti. Dicendola pregate con tutto il Paradiso, durante le prime quattro petizioni poi, lasciando il Cielo, che è la dimora che vi attende, tornate sulla terra, rimanendo con le braccia alte verso il Cielo per implorare per le necessità di quaggiù e per chiedere aiuto nella battaglia da vincersi per tornare lassù.