giovedì 22 febbraio 2024

"Purgatorio Dai Quaderni Maria Valtorta"

Ti voglio spiegare cos'è e in cosa consiste il Purgatorio. 
Le anime immerse in quelle fiamme non soffrono che per l’amore. Non immeritevoli di possedere la Luce, ma neppure degne di entrarvi subito, nel Regno della Luce, esse, al loro presentarsi a Dio, sono investite dalla Luce. E’ una breve, anticipata beatitudine, che le fa certe della loro salvezza e le fa cognite di cosa sarà la loro eternità ed esperte di ciò che commisero verso la loro anima, defraudandola di anni di beata possessione di Dio. Immerse poi nel luogo di purgazione, sono investite dalle fiamme espiatrici. (…)
(Le fiamme) sono incendio d’Amore. Esse purificano accendendo le anime d'amore. Esse danno l’Amore perché, quando l’anima ha raggiunto in esse quell’amore che non raggiunse in terra, ne è liberata e si congiunge all’Amore in Cielo. (…)
Qual è il comandamento primo e secondo, i due più importati, quelli che Io ho detto non esservene più grandi ed essere in quelli la chiave per raggiungere la vita eterna? E’ il comandamento d’amore: “Ama Dio con tutte le tue forze, ama il prossimo come te stesso”.
Per bocca mia e dei profeti e dei santi, cosa vi ho detto infinite volte? Che la Carità è la più grande delle assoluzioni. La Carità consuma le colpe e le debolezze dell’uomo, perché chi ama vive in Dio e vivendo in Dio poco pecca, e se pecca subito si pente e per chi si pente vi è il perdono dell’Altissimo.
A cosa mancarono le anime? All’Amore. Se avessero molto amato, avrebbero commesso pochi e lievi peccati, connessi alla debolezza e imperfezione vostra. Ma non avrebbero mai raggiunto la pertinacia cosciente nella colpa anche veniale. Si sarebbero studiate di non addolorare il loro Amore, e l’Amore, vedendo la loro buona volontà, le avrebbe assolte anche delle venialità commesse.
Come si ripara, anche sulla terra, una colpa? Espiandola e, se appena si può, attraverso il mezzo con cui si è commessa. (…)
E’ amando sulla terra che lavorate per il Cielo. E’ amando nel Purgatorio che conquistate il Cielo che in vita non avete saputo meritare. E’ amando in Paradiso che godete il cielo.
Quando un’anima è nel Purgatorio, non fa che amare, riflettere, pentirsi alla luce dell’Amore che per lei ha acceso quelle fiamme, che già sono Dio, ma le nascondono Dio per sua punizione.
Ecco il tormento. L’anima ricorda la visione di Dio avuta nel giudizio particolare. Si porta con sè quel ricordo e, poiché l’avere anche solo intravisto Iddio è gaudio che supera ogni creata cosa, l’anima è ansiosa di rigodere quel gaudio. Quel ricordo di Dio e quel raggio di luce che l’ha investita al suo comparire davanti a Dio, fanno sì che l’anima “veda” nella loro vera entità le mancanze commesse contro il suo Bene, e questo “vedere” costituisce, insieme al pensiero che per quelle mancanze si è volontariamente interdetto il possesso del Cielo e l’unione con Dio per anni e secoli, costituisce la sua pena purgativa. (1. Purgatorio Dai Quaderni di Maria Valtorta).

E’ l’amore e la certezza d'avere offeso l’Amore, il tormento dei purganti. Più un’anima nella vita ha mancato e più è come accecata da spirituali cataratte, che le rendono più difficile il conoscere e raggiungere quel perfetto pentimento d’amore che è il coefficiente primo della sua purgazione e dell’entrata nel Regno di Dio. 17.10.43
Bisogna molto pregare perché queste anime, che soffrono per raggiungere la Gioia, siano veloci nel raggiungere l’amore perfetto che le assolve e le unisce a Me. Le vostre preghiere, i vostri suffragi, sono altrettanti aumenti di fuoco d’amore. Aumentano l’ardore ma – oh! beato tormento! – aumentano anche la capacità di amare. Accelerano il processo di purgazione. Innalzano a gradi sempre più alti le anime immerse in quel fuoco. Le portano alle soglie della Luce. Aprono le porte della Luce, infine, e introducono l’anima in Cielo.
A ognuna di queste operazioni, provocate dalla vostra carità, per chi vi ha preceduto nella seconda vita, corrisponde un soprassalto di carità per voi. Carità di Dio che vi ringrazia di provvedere ai suoi figli penanti, carità dei penanti che vi ringraziano di adoperarvi per immetterli nel gaudio di Dio.
Mai come dopo la morte della terra, i vostri cari vi amano, perché il loro amore è ormai infuso della Luce di Dio e a questa Luce, essi comprendono come voi li amate e come avrebbero dovuto amarvi.
Non possono più dirvi parole che invocano perdono e danno amore, ma le dicono a Me per voi, e Io ve le porto, queste parole dei vostri Morti, che ora vi sanno vedere e amare come si deve. Ve le porto insieme alla loro richiesta d'amore e alla loro benedizione. Già valida sin dal Purgatorio, perché già infusa dell’accesa Carità che li arde e purifica. 17.10.43
L’amore che non avete saputo darmi in terra, me lo dovete dare nel Purgatorio. Ecco perché dico che il Purgatorio altro non è che sofferenza d’amore.
Avete per tutta la vita poco amato Dio nella sua Legge. Vi siete buttati dietro le spalle, il pensiero di Lui, avete vissuto amando tutti e poco amando Lui. E’ giusto che, non avendo meritato l’Inferno e non avendo meritato il Paradiso, ve lo meritiate ora accendendovi di carità, ardendo per quanto siete stati tiepidi sulla terra. E’ giusto che sospiriate per mille e mille ore di espiazione d’amore ciò che avete mille e mille volte mancato di sospirare sulla terra: Dio, scopo supremo delle intelligenze create. A ogni volta che avete voltato le spalle all’amore, corrispondono anni e secoli di nostalgia amorosa. Anni o secoli a seconda della vostra gravità di colpa. (…)
Quando i meriti del Cristo vengono, dalle preghiere dei viventi che vi amano, gettati come essenze d’ardore nel fuoco santo del Purgatorio, l’incandescenza d’amore vi penetra più forte e più addentro e, fra il rutilare delle vampe, sempre più si fa lucido in voi il ricordo di Dio visto in quell’attimo.
Come nella vita della terra più cresce l’amore e più sottile si fa il velo che cela al vivente la Divinità, altrettanto nel secondo regno più cresce la purificazione, e perciò l’amore, e più prossimo e visibile si fa il volto di Dio. Già traluce e sorride fra il balenare del fuoco.  (…)
Oh! Gaudio dei gaudi, quando vi troverete assurti alla mia Gloria, passati da quel regno d'attesa al Regno di trionfo. Oh! Conoscenza perfetta del Perfetto Amore! (…)
Credi che merita soffrire tutta una vita per possederla dall’ora della morte. Credi che non v’è più grande carità di procurarla con le preghiere a chi amaste sulla terra e che ora iniziano la purgazione nell’amore, al quale chiusero in vita le porte del cuore tante e tante volte. 21.10.43
Il Purgatorio è luogo in cui, pensando a Dio, la cui Essenza vi è brillata nell’attimo del particolare giudizio e vi ha riempito di desiderio di possederla, voi espiate le mancanze d'amore per il Signore Dio vostro. Attraverso l’amore conquistate l’Amore e per gradi di carità sempre più accesa lavate la vostra veste sino a renderla candida e lucente per entrare nel Regno della Luce. 15.1.44
Quando sarete evocati al grande Giudizio, chi visse nella Carità non apparirà arso dal fuoco punitivo. Già ardenti di loro, per il sant’amore che li colmò, essi non avranno conosciuto il morso delle accese punizioni divine, ma solo il bacio divino che li farà più belli. Mentre chi fu carne, unicamente carne, porterà sulla carne le cicatrici delle folgori divine, poiché la carne, essa sola, può essere segnata da tale cicatrice, non lo spirito che è fuoco vivente nel Fuoco del Signore. 31.1.44
La maggioranza di voi disperde o fa mal uso della moneta d'eternità che Io vi dono e che della giornata terrena fate non già la vostra eterna gloria ma il mezzo di un’eterna sofferenza. La minoranza, avendo paura della mia giustizia, sta inerte e si condanna a imparare chi è Dio – Amore, fra le fiamme dell’amore purgativo. 29.6.44
Purgatorio ... Non posso non soffrire. Perché ora capisco. Immersi come siamo in un bagno ardente e luminoso d'amore espiativo, vediamo, conosciamo e impariamo ora, qui, ad amare il nostro Dio e il nostro prossimo che in vita abbiamo amato poco e male. E le sofferenze del prossimo aumentano il nostro espiare perché, caduto l’egoismo, sappiamo amare e soffrire con esso e per esso. Ma non affliggerti per questo. Questo ci serve ad andare più presto in Paradiso. (…) E’ terminato il periodo del rimorso, il primo ….. e sono nell’amore attivo, ma non posso ancora fare altro che pregare per te. (…) Io imparo a conoscere, attimo per attimo d'eternità. Conoscendo sempre più, sempre più imparo ad amare. Quando saprò amare come c’era comandato, avrà fine l’espiazione, allora molto più potrò. Il Paradiso e la potenza, in terra e qui, si hanno amando. (…)
Oh, se sapessi come qui s'espia ciò che si fa soffrire al prossimo. ….. Come si dovrebbe essere buoni finché si può! 16.5.46
Vi stupisce che abbia tratto anche dal Purgatorio molte anime? Pensate, se una S. Messa può liberare un penante e sempre serve ad abbreviare e addolcire la purgazione, cosa non sarà stato il reale Sacrificio dell’Agnello divino per i purganti? Io, Sacerdote e Vittima, ho ad essi applicato i miei meriti e il mio Sangue, ed Esso ha fatto bianche le stole non ancor fatte candide dal bianco fuoco della carità purgativa. 31.1.47
Quando, nel sovrabbondare del mio gaudio dopo la consumazione del Sacrificio, Io ho potuto aprire il Limbo ai giusti e trarre dal Purgatorio moltissimi spiriti, ho fremuto d’orrore contemplando nel mio pensiero che solo per il luogo di dannazione non c’era redenzione né mutazione di orrore. Ma non entrai in esso. Non era giusto e utile farlo. 31.1.47
Dio punisce prima le colpe della mente, poi del cuore, ultime le debolezze della carne. Bisogna pregare, come fossero nostri parenti, per i purganti abbandonati; il giudizio di Dio è ben diverso dal nostro. I purganti capiscono ciò che non capivano in vita perché pieni di se stessi. 4.10.49. (2. Purgatorio Dai Quaderni di Maria Valtorta).






Cari figli, Oggi desidero invitarvi a pregare ogni giorno per le anime del Purgatorio. Ad ogni anima è necessaria la preghiera e la grazia per giungere a Dio e all'amore di Dio. Con questo anche voi, cari figli, ricevete nuovi intercessori, che vi aiuteranno nella vita a capire che le cose della terra non sono importanti per voi; che solo il cielo è la meta a cui dovete tendere. Perciò, cari figli, pregate senza sosta affinché possiate aiutare voi stessi e anche gli altri, ai quali le preghiere porteranno la gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! (Messaggio del 6 novembre 1986).

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