venerdì 8 dicembre 2023

"L’amore è quello che apre le porte del Paradiso!"

Cari figli, con materno amore vi invito affinché con cuore puro ed aperto, con totale fiducia, rispondiate al grande amore di mio Figlio. Io conosco la grandezza del suo amore, io ho portato lui dentro di me, l’Ostia in cuore, la Luce e l’Amore del mondo. Figli miei, anche il mio rivolgermi a voi è un segno dell’amore e della tenerezza del Padre Celeste, un grande sorriso ricolmo dell’amore di mio Figlio, una chiamata alla vita eterna. Il Sangue di mio Figlio è stato versato per voi per amore. Quel Sangue prezioso è per la vostra salvezza, per la vita eterna. Il Padre Celeste ha creato l’uomo per la felicità eterna. Non è possibile che moriate, voi che conoscete l’amore di mio Figlio, voi che lo seguite. La vita ha vinto: mio Figlio è vivo! Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, la preghiera vi mostri la strada, il modo di diffondere l’amore di mio Figlio nella forma più eccelsa. Figli miei, anche quando cercate di vivere le parole di mio Figlio, voi pregate. Quando amate le persone che incontrate, diffondete l’amore di mio Figlio. L’amore è quello che apre le porte del Paradiso. Figli miei, sin dall’inizio ho pregato per la Chiesa. Perciò invito anche voi, apostoli del mio amore, a pregare per la Chiesa ed i suoi ministri, per coloro che mio Figlio ha chiamato. Vi ringrazio! (Messaggio del 2 maggio 2019 di Mirjana).

Da seminarista, prendendo atto delle sue difficoltà a capire e studiare, s’inginocchiò davanti a un’immagine della Madonna delle Grazie e le disse: «O mia dolce Mamma, se mi vuoi Sacerdote, dammi l’intelligenza, perché lo vedi che sono un cretino». Si assopì all’improvviso e, al risveglio, si ritrovò esaudito: gli si aprì la mente, «ma solo per ciò che glorificava Dio». Il dono dell’intelletto, che si univa a un’ironia tutta napoletana, diventò ancora più grande dopo due Confessioni generali.
Da questa umiltà e dalla fiducia nella Provvidenza, quindi, nasce l’ispiratissimo predicatore (che riempiva le chiese) e scrittore di opere ascetiche, devozionali, dottrinali, mistiche. Qui basti ricordare il monumentale Commento alla Sacra Scrittura, in 33 libri, a cui oggi diversi sacerdoti attingono per le loro omelie e che Grazia Ruotolo definisce «il più grande miracolo» di don Dolindo, per le innumerevoli conversioni che ha già suscitato e, si può credere, susciterà. I testi li scriveva in piena notte, in ginocchio e di getto, dopo aver pregato e offerto penitenze. Contro quest’opera, prima condannata dal Sant’Uffizio e poi riabilitata, si scatenarono i suoi denigratori - modernisti - al tempo della sua seconda sospensione a divinis. Un calvario lunghissimo, che iniziò a seguito delle calunnie di una sua figlia spirituale, mossa da invidia verso le altre pie assistenti di don Dolindo. (don Dolindo Ruotolo - La Grazia di Maria).

Cari figli, grande è l’amore di mio Figlio! Se conosceste la grandezza del suo amore, non smettereste di adorarlo e ringraziarlo. Lui è sempre vivo con voi nell’Eucaristia, poiché l’Eucaristia è il suo Cuore. L’Eucaristia è il cuore della fede. Egli non vi ha mai abbandonato: anche quando voi avete cercato di allontanarvi da lui, egli non si è allontanato da voi. Perciò il mio Cuore materno è felice quando vede che, colmi d’amore, ritornate a lui; quando io vedo che andate a lui sulla via della riconciliazione, dell’amore e della speranza. Il mio Cuore materno sa che, quando vi incamminate sulla via della fede, siete dei virgulti, dei germogli; ma, con la preghiera e il digiuno, sarete dei frutti, il mio fiore, gli apostoli del mio amore. Sarete portatori di luce e, con l’amore e la speranza, illuminerete tutti attorno a voi. Figli miei, come Madre vi prego: pregate, riflettete, meditate. Tutto ciò che vi accade di bello, di doloroso, di lieto e di santo fa sì che cresciate spiritualmente, che mio Figlio cresca in voi. Figli miei, abbandonatevi a lui, credete a lui, confidate nel suo amore: sia lui a guidarvi! L’Eucaristia sia il luogo in cui nutrite le vostre anime, per poi diffondere l’amore e la verità, testimoniare mio Figlio. Vi ringrazio! (Messaggio del 2 agosto 2019 a Mirjana).

A raccogliere le accuse della donna era stato padre Domenico Fenocchio, che nel 1918 ottenne un’udienza con Benedetto XV. Il Papa, ascoltando la versione di Fenocchio, ordinò un’inchiesta e, nell’attesa, dispose di sospendere da subito la predicazione di don Dolindo. Erano circa le undici e mezza di domenica 15 settembre, giorno dell’Addolorata. In quel preciso momento, a Napoli, don Dolindo stava tenendo l’omelia. Ad un tratto - in obbedienza mistica, si potrebbe dire - smise di predicare, senza minimamente sapere quello che era stato appena deciso su di lui in Vaticano (lo avrebbe saputo solo giorni dopo). «Non potetti raccapezzare una sola idea, Gesù mi aveva chiusa la fonte della sua parola perché, a Roma, il Papa l’aveva chiusa per me! Dovetti interrompere, dissi al popolo: “Non posso proseguire oltre, sono sopraffatto da tenebre, non ho più parole. Preghiamo soltanto che Dio si glorifichi”».
Il 18 ottobre 1921, a conclusione dell’inchiesta, fu sancita la sua sospensione a divinis, durata ben 16 anni e mezzo. Malgrado tutto, in questo tempo, provò un crescente amore per coloro che lo calunniavano, e andava perfino a visitarli (padre Fenocchio, ammalato, gli chiese perdono). Capitò che qualcuno dei suoi figli spirituali non capisse così tanta pietà: «Sono miei benefattori», diceva don Dolindo, pensando alle sofferenze che poteva unire a quelle di Gesù, per santificarsi e liberare anime dal giogo del demonio. (don Dolindo Ruotolo - Obbedienza e Amore alla Chiesa).

Cari figli desidero parlarvi di nuovo dell’amore. Vi ho radunati intorno a me nel Nome di mio Figlio, secondo la sua volontà. Desidero che la vostra fede sia salda e provenga dall’amore, perché quei miei figli che capiscono l’amore di mio Figlio e lo seguono, vivono nell’amore e nella speranza. Hanno conosciuto l’amore di Dio. Perciò, figli miei, pregate, pregate per poter amare il più possibile e compiere opere d’amore. Perché la sola fede, senza amore e opere d’amore, non è quello che vi chiedo. Figli miei, quella è una parvenza di fede, è un lodare se stessi. Mio Figlio chiede fede e opere, amore e bontà. Io prego, ma chiedo anche a voi di pregare e vivere l’amore, perché desidero che mio Figlio, quando guarderà i cuori di tutti i miei figli, possa vedere in essi amore e bontà, non odio ed indifferenza. Figli miei, apostoli del mio amore, non perdete la speranza, non perdete la forza: voi lo potete fare! Io vi incoraggio e benedico, perché tutto ciò che è di questa terra — che purtroppo molti miei figli mettono al primo posto — scomparirà e resteranno solo l’amore e le opere d’amore, che vi apriranno le porte del Regno dei Cieli. Io vi attenderò presso quelle porte, presso quelle porte desidero attendere ed abbracciare tutti i miei figli. Vi ringrazio! (Messaggio del 2 novembre 2015 a Mirjana).

L’amore incondizionato per la Chiesa, al cui interno sperimentò sì persecuzioni ma anche la stima di diversi ecclesiastici, lo accomuna strettamente a Padre Pio. Molto ricca e affascinante la documentazione riportata nel libro della Ares sul rapporto tra i due grandi mistici, che va ben oltre il loro unico incontro (di persona) noto, avvenuto nel 1953 a San Giovanni Rotondo. Poi, nel 1967, il frate con le stimmate incaricò padre Pellegrino Funicelli di scrivere una lettera a una figlia spirituale di don Dolindo (Elena Montella, dell’Apostolato Stampa). Questo l’inizio della missiva: «Gentilissima Signorina, Padre Pio ha detto che niente di quanto è scaturito dalla penna di Don Dolindo deve andar perduto». (don Dolindo Ruotolo - L'Ordine di Padre Pio).


Quello che mio Figlio vi chiede è una fede sincera, forte e profonda!

Vi insegnerò a perdonare, ad amare il nemico ed a vivere secondo mio Figlio!


L'odio crea discordia e non vede nulla e nessuno. Io vi invito a portare sempre la concordia e la pace. Specialmente dove vivete, operate con amore. L'amore sia sempre l'unico vostro mezzo. Con l'amore cambiate in bene tutto ciò che satana vuole distruggere e di cui vuole appropriarsi. Solo così sarete completamente miei, ed io potrò aiutarvi. (Tratto dal messaggio del 31 luglio 1986).

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