venerdì 27 maggio 2022

"Ditemi, vi prego, come è possibile ricevere la Comunione senza morire d’amore?" (2)

Una volta in monastero, grazie ai tempi, ai luoghi e ai modi della vita religiosa, il fuoco d’Amore che ardeva in Imelda divampò completamente. La quotidiana presenza alla celebrazione della Santa Messa e le lunghe soste in adorazione davanti al Santissimo, nutrivano nella fanciulla l’ormai insaziabile desiderio di unirsi a Gesù Eucaristia. Grandissima era, perciò, la sua pena nel vedere le sue consorelle accostarsi alla Santa Comunione, mentre lei ne veniva sistematicamente privata.

Non si contavano più le volte in cui, avvicinandosi con discrezione al Cappellano, la dolce novizia presentava la sua supplica, ma sempre si sentiva rispondere che era troppo piccola: a quel tempo infatti la Comunione si poteva ricevere solamente dopo i 13-14 anni. Fu così che dal suo cuore innamorato iniziò ad uscire l'ardente supplica: "O Gesù, tu stesso hai comandato ai piccoli di venire a Te; perché ora ti fai tanto aspettare? Io ti amo Gesù, e sai quanto ti desidero, perché non vieni? Perché ti chiudi tanto presto nel Tabernacolo e non mi ascolti? Fino a quando, Signore, continuerai a tenerti nascosto?".

Ma il suo martirio interiore che la stava consumando d’Amore per l’Ostia Santa non sarebbe durato ancora a lungo.
Il 12 maggio 1333, infatti, accade il miracolo. È la vigilia dell’Ascensione e tutto il monastero è in trepidazione per i preparativi della festa. Anche il cuore di Imelda è trepidante poiché crede e spera che, proprio in quella speciale occasione, lei si possa finalmente unire all’Amato Sposo. Per questo, quando la superiora le nega di nuovo il permesso di accostarsi alla mensa eucaristica, la piccola suora scoppia in un pianto di dolore inconsolabile. Ma la fanciulla, che era una sposa docile e obbediente, si fa forza e assiste silenziosa alla Santa Messa. E mentre osserva le altre suore comunicarsi, invoca con forza nel suo cuore lo Spirito Santo, supplicando Gesù di venire presto nell’anima sua. È a questo punto che lo Sposo non può più resistere a tanta brama d’amore: quando era ormai chiusa la porta del Tabernacolo ed erano già state spente tutte le candele sull’altare, improvvisamente, il coro si illumina di una luce miracolosa e si riempie di un aroma buonissimo. È allora che dal Paradiso scende un’Ostia consacrata che sosta nell’aria, sopra il capo della beata, la quale tremante e con le mani giunte si consuma di desiderio. Intanto, il profumo e la luce miracolosi sono così forti da richiamare tutti in chiesa.

Alla vista del prodigio il Sacerdote, rimessi cotta e stola, subito si inginocchia e, pregando, attende: l’Ostia lentamente discende e si posa sulla patena. Oramai nessuno può più negare a quel cuore ardente il suo grande amore: Gesù Eucaristia. "Il Corpo di nostro Signore, Gesù Cristo, custodisca l'anima tua per la vita eterna", con queste parole il Cappellano pone il Pane degli Angeli sulle labbra di Imelda.

I presenti esplodono di gioia nel vedere la beata, inginocchiata e tutta avvolta nello splendore dell’Ostia radiosa che si riflette sul suo volto. Le suore a gran voce intonano il Magnificat a lode e gloria del Padre che ha compiuto le sue meraviglie. È festa grande, ma Imelda non sente nulla: con le mani incrociate sul petto, è rapita in quell’estasi d’Amore che tutta la trapassa. Scorre il tempo, ma la beata non rinviene, non risponde, non dà segni di vita. Il motivo lo si seppe poco dopo: la Sposa di Cristo non si era fatta attendere e, appena comunicata, aveva reso lo spirito al Suo Signore, passando dalla gioia dell’amplesso eucaristico, al gaudio delle nozze eterne.





Pregate, digiunate e abbiate il cuore pieno di misericordia. Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che non si perdano e che restino in mio figlio, affinché siano buoni pastori per il loro gregge. La Madonna ha guardato tutti i presenti e ha continuato: Di nuovo vi dico: Se sapeste quanto vi amo piangereste di felicità. Grazie. (Tratto dal messaggio straordinario dato a Mirjana del 18 Marzo 2009).

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