venerdì 26 aprile 2019

"Quando siete umili, quando pregate fervidamente e quando amate il vostro prossimo, satana non può neanche avvicinarsi a voi"

Natuzza Evolo, nasce a Paravati, una frazione del comune di Mileto. Il padre, Fortunato, qualche mese prima che lei nascesse, nella speranza di poter contribuire economicamente al sostegno familiare, era emigrato in Argentina, da dove non sarebbe tornato mai più, formando una nuova famiglia. La madre, Maria Angela Valente, rimasta sola con numerosi figli da accudire, si adattò ai lavori più umili per sfamare la famiglia. La bambina non ricevette una particolare formazione religiosa, anche perché la condotta di sua madre era particolarmente chiacchierata in paese. Natuzza (un diminutivo di Fortunata molto diffuso in Calabria) cercò di aiutarla e accudì gli altri fratelli, senza poter frequentare regolarmente la scuola e restando quindi analfabeta. A 14 anni, per aiutare la famiglia andò a lavorare come domestica in casa dell'avvocato Silvio Colloca, guadagnandosi subito la fiducia di quella famiglia. Ma dopo poco tempo Natuzza fu al centro di presunti fenomeni paranormali, quali la visione di persone che erano già defunte. Nel 1941 Natuzza si ritirò da quel lavoro, andò a vivere presso la nonna materna e pensò di farsi suora, ma venne sconsigliata, proprio perché protagonista di tutti quegli episodi considerati "inquietanti". La madre decise allora un matrimonio combinato, con un giovane, figlio di amici, di professione falegname, che in quel momento prestava servizio nell'esercito. Trovandosi lo sposo in guerra, il matrimonio (officiato con rito civile), avvenne per procura il 14 agosto 1943. La coppia ebbe cinque figli. Durante il corso della sua vita si siano manifestati una serie di apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, gli Angeli, i Santi e defunti, bilocazione, la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale e momenti di estasi. Svariate testimonianze le attribuiscono anche il presunto e cosiddetto "dono dell'illuminazione diagnostica", ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza una malattia e suggerirne la cura migliore. Per decine di anni ricevette presso la sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per incontrarla, principalmente nella speranza di avere notizie dall'aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle proprie malattie. Morì a causa di un blocco renale alle 5 di mattina del I° novembre 2009 nel centro per anziani che lei stessa aveva fondato grazie alle cospicue offerte dei fedeli. (Natuzza Evolo).

venerdì 19 aprile 2019

"Questa per me è la fede: abbandonarsi alla volontà di Dio!"

Giulia Gabrieli (Bergamo, 3 marzo 1997 – Bergamo, 19 agosto 2011) è stata una giovane italiana proclamata serva di Dio dalla Chiesa cattolica. Giulia era figlia di Antonio Gabrieli e Sara Lecchi ed aveva un fratello, Davide. Crebbe a Bergamo, nel quartiere San Tomaso de' Calvi; molto devota alla religione cattolica, veniva spesso descritta come una ragazza semplice e solare e fra le sue principali passioni vi erano la scrittura e la danza. Il 1 agosto 2009, mentre la famiglia si trovava in vacanza al mare, Giulia presentò una tumefazione sulla mano sinistra; inizialmente i genitori considerarono la causa come una semplice puntura d'insetto, ma accorgendosi che tale sintomo non regrediva Giulia cominciò una serie di esami e fu sottoposta a chemioterapia, poiché la diagnosi risultò essere quella di un sarcoma. Nonostante tutto, Giulia continuò ad andare a scuola e riuscì a superare brillantemente gli esami di terza media; inoltre scrisse una serie di parole legate alla sua vita ed alla malattia, che in seguito vennero raccolte il un libro intitolato: Un gancio in mezzo al Cielo. Giulia muore la sera del 19 agosto 2011. Giulia oggi riposa nel Cimitero monumentale di Bergamo. Il 7 Aprile 2019 presso il santuario della Madonna dei Campi di Stezzano viene aperto il processo di beatificazione dal Vescovo di Bergamo Mons. Francesco Beschi. (Giulia Gabrieli). 

Cari figli! Vi prego con tutto il mio cuore, vi prego purificate i vostri cuori dal peccato e rivolgeteli in alto verso Dio e verso la vita eterna. Vi prego vegliate e siate aperti alla verità. Non permettete che tutte le cose di questa terra vi allontanino dalla conoscenza della vera soddisfazione che si trova nell'unione con il mio Figlio. Io vi guido sul cammino della vera sapienza perché soltanto con la vera sapienza potete conoscere la vera pace ed il vero bene. Non perdete il tempo chiedendo i segni al Padre Celeste perché il segno più grande ve l’ha già dato, ed è il mio Figlio. Perciò, figli miei, pregate affinché lo Spirito Santo possa introdurvi nella verità, aiutarvi a conoscerla e perché attraverso questa conoscenza della verità, possiate essere una cosa sola con il Padre Celeste e con il mio Figlio. Questa è la conoscenza che dona la felicità sulla terra ed apre la porta della vita eterna e dell’amore immenso. Vi ringrazio. (Messaggio straordinario dato a Mirjana del 18 marzo 2015).

venerdì 12 aprile 2019

"Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie"

Cari figli, voi che mio Figlio ama, voi che io amo con immenso amore materno, non permettete che l’egoismo, l’amore di voi stessi, regni nel mondo. Non permettete che l’amore e la bontà siano nascosti. Voi che siete amati, che avete conosciuto l’amore di mio Figlio, ricordate che essere amati significa amare. Figli miei, abbiate fede! Quando avete fede siete felici e diffondete pace, la vostra anima sussulta di gioia: in quell'anima c’è mio Figlio. Quando date voi stessi per la fede, quando date voi stessi per amore, quando fate del bene al prossimo, mio Figlio sorride nella vostra anima. Apostoli del mio amore, io, come Madre, mi rivolgo a voi, vi raduno attorno a me e desidero guidarvi sulla via dell’amore e della fede, sulla via che conduce alla Luce del mondo. Sono qui per amore e per fede, perché, con la mia benedizione materna, desidero darvi speranza e vigore nel vostro cammino, poiché la via che conduce a mio Figlio non è facile: è piena di rinuncia, di donazione, di sacrificio, di perdono e di tanto, tanto amore. Quella via, però, porta alla pace e alla felicità. Figli miei, non credete alle voci menzognere che vi parlano di cose false, di una falsa luce. Voi, figli miei, tornate alla Scrittura! Vi guardo con immenso amore e, per grazia di Dio, mi manifesto a voi. Figli miei, venite con me, la vostra anima sussulti di gioia! Vi ringrazio. (Messaggio straordinario dato a Mirjana del 2 febbraio 2018).

Cari figli, anche oggi in modo particolare desidero invitarvi all'Eucaristia. La Messa sia il centro della vostra vita! In particolare, cari figli, l’Eucaristia sia nelle vostre famiglie: la famiglia deve andare alla Santa Messa e celebrare Gesù. Gesù deve essere il centro della vostra vita! Perciò rinnovate, cari figli, rinnovate la preghiera familiare e incamminatevi dietro a Gesù. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata. (Messaggio straordinario dato a Ivan del 15 giugno 2018).

venerdì 5 aprile 2019

La Passione di Gesù

Cari figli, come Madre che conosce i suoi figli, so che anelate a mio Figlio. So che anelate alla verità, alla pace, a ciò che è puro e non è falso. Per questo io, come Madre, mediante l’amore di Dio, mi rivolgo a voi e vi invito affinché, pregando con cuore puro ed aperto, conosciate da voi stessi mio Figlio, il suo amore, il suo Cuore misericordioso. Mio Figlio vedeva la bellezza in tutte le cose. Egli cerca il bene, perfino quello piccolo e nascosto, in tutte le anime, per perdonare il male. Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, vi invito ad adorarlo, a ringraziarlo continuamente e ad esserne degni. Perché lui vi ha detto parole divine, le parole di Dio, le parole che sono per tutti e per sempre. Perciò, figli miei, vivete la letizia, la serenità, l’unità e l’amore reciproco. Questo è quello che vi è necessario nel mondo di oggi: così sarete apostoli del mio amore, così testimonierete mio Figlio nel modo giusto. Vi ringrazio. (Messaggio del 2 aprile 2019 a Mirjana).

Gli sgherri strapparono a nostro Signore il mantello, la cintura di ferro e la cintura, quindi gli tolsero la veste di lana bianca facendola passare sopra la sua testa. Non riuscendo a sfilargli la tunica, impedita dalla corona di spine, gli strapparono quest'ultima con violenza, riaprendogli tutte le ferite del capo.

Il Signore rimase con un panno attorno alle reni e lo scapolare di lana che gli proteggeva le spalle; il medesimo si era appiccicato alle piaghe del corpo ed egli patì dolori strazianti quando glielo strapparono. La profonda ferita scavata sulla spalla dall'enorme peso della croce gli provocava una sofferenza indicibile; il dorso e le spalle erano lacerati fino all'osso, il corpo nudo era orribilmente sfigurato, gonfio e piagato...