venerdì 16 giugno 2017

"Ciao. Sii felice, perché io lo sono"

Chiara Badano, anche nota come Chiara Luce o Chiara Luce Badano (Sassello, 29 ottobre 1971 – Sassello, 7 ottobre 1990), fu un'appartenente al movimento dei focolari; morì a 18 anni a causa di un osteosarcoma. Dichiarata venerabile dalla Chiesa cattolica il 3 luglio 2008, fu beatificata il 25 settembre 2010. La data del culto a lei dedicato è fissata al 29 ottobre. Figlia di Ruggero Badano e di Maria Teresa Caviglia, crebbe a Sassello (SV) e conobbe il movimento dei focolari nel 1980. Divenne attivista di tale gruppo ad Albisola e Genova divenendo una Gen 3 e occupandosi di bambini e anziani; iniziò anche una fitta corrispondenza con la leader e fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich. Trasferitasi a Savona per gli studi ginnasiali, nel 1988 ebbe le avvisaglie del tumore osseo che ne causò la morte: durante una partita di tennis avvertì infatti un forte dolore alla spalla e a febbraio 1989 le fu diagnosticato un osteosarcoma con metastasi. Operata una prima volta alle Molinette di Torino fu sottoposta a chemio- e radioterapia. Nonostante la chirurgia, perse l'uso delle gambe e nel giugno successivo fu operata nuovamente, di laminectomia dorsale. Durante il ricovero continuò a seguire le attività dei focolarini: donò i suoi risparmi a un amico in partenza per una missione nel Benin e realizzò lavori a mano da vendere per beneficenza. Oramai malata terminale nonostante gli interventi, Badano trascorse gli ultimi mesi di vita a casa a Sassello fino alla morte sopraggiunta il 7 ottobre successivo. Già da due mesi aveva dato disposizioni per le sue esequie, chiedendo di essere deposta nel feretro indossando un abito bianco da sposa, considerando il momento del suo trapasso il matrimonio con Gesù e, contestualmente, disponendo che le sue cornee fossero donate. Chiara Lubich, negli ultimi giorni della vita della giovane, le diede il soprannome di Chiara Luce. Le sue spoglie sono sepolte nella cappella di famiglia del cimitero di Sassello. L'11 giugno 1999 iniziò il processo di canonizzazione e il 21 agosto 2000 gli atti furono trasmessi in Vaticano dove fu stilata la positio. Tra le ragioni addotte per la canonizzazione di Badano figurano la sua dedizione alla cura di bambini e anziani e il suo comportamento definito «eroico» davanti alla malattia. A seguito dell'esame della pratica Badano fu dichiarata venerabile da Joseph Ratzinger il 3 luglio 2008. In aggiunta a ciò, una commissione religiosa definì «miracolosa» la guarigione, attribuita all'intercessione di Badano, da meningite fulminante in fase terminale di un giovane triestino. La circostanza favorì la causa di beatificazione di Badano, avvenuta il 25 settembre 2010 con una celebrazione al Divino Amore di Roma.

"Carissima Chiara Lubich, per prima cosa mi presento. Sono una bambina di quasi dieci anni, mi chiamo Chiara come te, abito in un piccolo paese di nome Sassello in provincia di Savona. Io ti conosco, perché il 3 maggio sono andata coi miei genitori a Roma, al congresso delle famiglie, e in mezzo a tutta quella gente con un binocolo sono riuscita a vederti. Quest'anno ho avuto la fortuna di partecipare alla mia prima Mariapoli (incontri estivi dei Focolari, ndr). Non sono andata coi miei genitori, ma ho scelto di andare con le gen 3 in un bel santuario chiamato la Madonna del Pozzo. Quando la mamma mi ha lasciata era un po' preoccupata e mi ha detto: "Chiara, adesso sei sola, cerca di comportarti bene". Ma io le ho risposto: "Mamma, non sono sola, c'è Gesù". Le bambine che ho incontrato erano buone, gentili, diverse da quelle di scuola, e insieme abbiamo cercato di vivere per Gesù. Ho fatto anche una piccola esperienza, prestando le mie scarpe a una bambina che doveva andare sul palco a raccontare anche lei la sua esperienza alla Mariapoli degli adulti. Ti abbraccio forte forte, Chiara". (la sua prima letterina a Chiara Lubich).

"La realtà per me più importante durante questo congresso è stata la riscoperta di Gesù abbandonato. Prima lo vivevo piuttosto superficialmente, e lo accettavo per poi aspettarmi la gioia. In questo congresso ho capito che stavo sbagliando tutto. Non dovevo strumentalizzarlo, ma amarlo e basta. Ho scoperto che Gesù abbandonato è la chiave dell'unità con Dio e voglio sceglierlo come mio primo sposo e prepararmi per quando viene. Preferirlo! Ho capito che posso trovarlo nei lontani, negli atei, e che devo amarli in modo specialissimo, senza interesse". (La prima scelta di Chiara Badano).

"Per mantenere Gesù in mezzo a noi, cosa importantissima in questo periodo, vi volevo raccontare in breve una mia esperienza che ho fatto a Torino. Mi sono ricoverata per una visita specialistica. La paura era tanta, perché in quel momento non capivo cosa mi avrebbero fatto. Ho capito che si trattava di un piccolo intervento, con anestesia locale. è stata un'esperienza bellissima, perché, quando i sanitari hanno iniziato a fare questo piccolissimo intervento, fastidioso, è arrivata una persona, una signora, con un sorriso luminosissimo, bellissima: si è avvicinata, mi ha preso la mano e mi ha fatto coraggio. Io ero convinta che questa persona fosse del Movimento, perché quella luce era proprio del nostro ideale. Io ero dell'idea che i miei, che erano rimasti fuori, l'avessero fatta entrare. A un certo punto, com'è arrivata, è sparita: non l'ho più vista. Ma sono stata invasa da una gioia grandissima, e m'è scomparsa la paura. Quando sono uscita ho chiesto ai miei genitori chi fosse, ma loro non la conoscevano. Ecco, ripensandoci non mi so spiegare cosa fosse accaduto, ma sentivo forte di ringraziare Dio. Razionalmente pensavo: "è un caso". Ma poi mi chiedevo: "E perché è arrivata proprio in quel momento, proprio in quella circostanza? E soprattutto con quella luce così, direi senza esagerare, soprannaturale?". Mi sembrava un angelo. Un angelo che la Madonna mi aveva messo vicino. è stato un momento di Dio profondissimo. Ecco, in quell'occasione ho capito: se fossimo sempre pronti a tutto, quanti segni Dio ci manderebbe! Ho compreso anche quante volte Dio ci passa accanto e noi non ce ne rendiamo conto". (La presenza della Madonna).

Se dovessi scegliere tra camminare o andare in paradiso, sceglierei senza esitazione: andare in paradiso. Ormai mi interessa solo quello... Sto attenta a dirlo, perché magari pensano che voglio andarmene per non soffrire più. Ma non è così. Io voglio andare da Gesù. "Per me è una piccola prova, anche se mi fa proprio male e mi viene l'istinto di muovere il dito. Ma allora, per vincere questa tentazione, mi dico che quella farfalla è una delle spine che Gesù aveva sul capo". "Toglie la lucidità, e io posso offrire a Gesù solo il dolore. M'è rimasto solo questo. Se non sono lucida, che senso ha la mia vita?". (Rifiuta persino la morfina).

Un giorno la madre la ode urlare. Accorre e la trova ansimante, coperta di sudore: "Mamma, è venuto il diavolo, le dice. La madre cerca di calmarla, spiegandole di non essere sorpresa di quella visita, è perché il demonio vuole prendere con sé le anime più belle. E l'invita a stare tranquilla, perché Gesù è con te". Chiara continua per la sua strada. (Un forte momento di prova). 

Da due giorni sono ritornata dall'ospedale di Torino dove, da circa dieci mesi, per l'ennesima volta mi sono recata a sottopormi ad un ciclo chemioterapico. Il mio stato di salute attuale non  dei migliori, perché il mio fisico è ormai duramente provato a causa delle terapie. L'ultimo ricovero coincideva con il congresso gen 2 a Castelgandolfo. Una mattina stavo particolarmente male; sapevo che proprio quel giorno le gen avrebbero fatto una preghiera per me: anch'io ho sentito il desiderio di unirmi a loro e con la mamma l'abbiamo fatta anche noi. Siccome questo è l'anno dello Spirito Santo (in quel periodo, nel Movimento si approfondiva quel tema, ndr), oltre alla mia guarigione ho chiesto all'Eterno Padre di illuminare con il suo Spirito i responsabili del raduno e, per tutte le gen, la sapienza e la luce. E' stato proprio un momento di Dio: soffrivo molto fisicamente, ma l'anima cantava. Abbiamo continuato a pregare a lungo, perché quel momento non passasse. Ora ti chiedo un regalo per Natale: una Parola di vita per me, una per papà e una per la mamma. Chiedo troppo?". (La preghiera).

Per prima cosa ti aggiorno un po' sul mio stato di salute: ho sospeso il ciclo chemioterapico a cui mi ero sottoposta, perché è risultato inutile continuarlo: nessun risultato, nessun miglioramento. La medicina ha così deposto le armi! Solo Dio può. Interrompendo le cure, i dolori alla schiena dovuti ai due interventi e all'immobilità a letto sono aumentati e non riesco quasi più a girarmi sui fianchi. Stasera ho il cuore colmo di gioia, e sai perchè? Ho ricevuto la visita della mamma di Carlo Grisolia di Genova (un gen morto qualche tempo prima, ndr). è stato un momento di forte Gesù in mezzo. L'emozione era tanto grande che quasi non riuscivo a parlare. Clara mi ha portato le foto di Carlo, così ho potuto sceglierne una che ora ho qui davanti a me. Durante l'incontro con la sua mamma, Carlo era con noi. Sai che la sua presenza era così forte che ad un certo punto mi sono ritrovata a guardare sulla sedia per vedere se era proprio lì. Se, c'era!
O mammina, riuscirò anch'io a essere fedele a Gesù abbandonato e a vivere per incontrarlo come ha fatto Carlo? Mi sento così piccola e la strada da compiere è così ardua; spesso mi sento sopraffatta dal dolore. Ma è lo sposo che viene a trovarmi, vero? Se, anch'io ripeto insieme a te: "Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch'io". Ancora una cosa volevo dirti: qui tutti chiedono il miracolo (e tu sai quanto io lo desideri...), ma io non riesco a chiederlo. Forse questa mia difficoltà nel domandarglielo sta nel fatto che sento che non rientra nella sua volontà. Sarà così? Cosa ne pensi? Sarei felice - conclude - se mi potessi scegliere il nome nuovo (se pensi sia opportuno)". (La lettera a Chiara Lubich).

"Non vedo l'ora di andare in paradiso... Ma non sarà anche questo un attaccamento sbagliato, da perdere?"  "Gesù ha permesso questa prova, ma è merito suo se riesco ad accettarla... di mio c'è proprio poco" "Sono uscita dalla vostra vita in un attimo. Oh, come avrei voluto fermare quel treno in corsa che m'allontanava sempre più! Ma ancora non capivo. Ero ancora troppo assorbita da tante ambizioni, progetti e chissà cosa (che ora mi sembrano così insignificanti, futili e passeggeri). Un altro mondo m'attendeva, e non mi restava altro che abbandonarmi. Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela". "Io devo tutto a Dio e a Chiara". (Nell'attesa di Gesù).

Chiara Luce si aggrava, sopraggiungono crisi respiratorie e segni di soffocamento. Confida alla mamma una mattina: "Ieri sera ero felice perché ho potuto offrire ancora qualcosa". E in un altro momento: "Pensi che sia un falso allarme? Partirò?". Le risponde Maria Teresa: "Per partire ci vuole il tempo di Dio. Ma stai tranquilla: hai la valigia pronta, piena di atti d'amore". E Chiara Luce: "Pensi che mi verrà incontro la nonna?". La mamma: "Prima ci sarà Maria, che t'accoglierà a braccia aperte". E la giovane Badano: "Zitta, non dirmi niente che mi togli la sorpresa". Due notti prima di morire chiede alla madre di leggerle una delle meditazioni di Chiara Lubich, le uniche pagine oltre al vangelo che ancora la soddisfano, placando la sua sete d'infinito. Maria Teresa comincia, ma Chiara Luce l'interrompe: "Con più entusiasmo, per favore". E poi pronuncia una frase, semplice e forte, memore della "visita" ricevuta qualche settimana prima: "Quando arriva il diavolo lo mando via, perché sono più forte, perché io ho Gesù". La vigilia vuol salutare gli amici che sono in casa. Non ha un filo di forze residue, ma riesce comunque a riservare un sorriso a ognuno, o un cenno con la mano. Giuliano è tra questi: "Bisogna avere il coraggio di mettere da parte ambizioni e progetti che distruggono il vero significato della vita, che è credere nell'amore di Dio e basta", riesce a dirgli. Arriva un mazzo di roselline dalle gen: "Che belle, proprio adatte per un matrimonio", commenta. Sin dalla mattina le viene da ripetere una frase ripresa da Chiara Lubich: "Vieni Signore Gesù", perchè desidera ricevere l'Eucaristia. E inatteso arriva un sacerdote, che le dà la comunione. E' felicissima. La notte si annuncia difficile. I medici si danno da fare, ma Chiara Luce chiede di restare sola con i suoi. Accanto a lei il padre e la madre. Fuori dalla porta, gen e amici. C'è pace, quasi naturalezza. Le sue ultime parole sono per la mamma: "Ciao. Sii felice, perché io lo sono". A papà, che le chiede se quella frase valga anche per lui, stringe la mano. E' domenica 7 ottobre 1990, sono le quattro del mattino. E' arrivata, Chiara Luce. Scrive Chiara Lubich in un telegramma a Ruggero e Maria Teresa: "Ringraziamo Dio per questo suo luminoso capolavoro". Poi l'ultimo dono: le sue cornee vengono espiantate. Ora due giovani vedono grazie a lei. (Gli ultimi istanti di vita di Chiara e l'incontro con il Signore).

O Padre, sorgente di ogni bene, ti rendiamo grazie per l’ammirevole testimonianza della Beata Chiara Badano. Animata dalla grazia dello Spirito Santo e guidata dall'esempio luminoso di Gesù, ha creduto fermamente nel tuo immenso amore, decisa a ricambiarlo con tutte le forze, abbandonandosi con piena fiducia alla tua paterna volontà. Ti preghiamo umilmente: concedi anche a noi il dono di vivere con te e per te, mentre osiamo chiederti, se rientra nel tuo volere, la grazia… (esporre) per i meriti di Cristo, nostro Signore. Amen. (Preghiera alla Beata Chiara Badano per chiedere una grazia).

Cari figli, oggi vi invito alla santità. Senza santità non potete vivere. Per questo vincete con l'amore ogni peccato e con l'amore superate tutte le difficoltà che incontrate. Cari figli, vi prego di vivere l'amore in voi stessi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! (Messaggio del 10 luglio 1986).







Cari figli, sono piena di gioia per tutti voi che vi trovate sul cammino della santità. Vi prego di aiutare con la vostra testimonianza tutti quelli che non sanno vivere nella santità. Perciò, cari figli, la vostra famiglia sia il luogo dove nasce la santità. Aiutatemi tutti a vivere la santità specialmente nella vostra famiglia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! (Messaggio del 24 luglio 1986). 

Nessun commento:

Posta un commento