mercoledì 24 luglio 2024

"Che cosa giova al­l’uomo se avrà guadagnato tutto il mondo e poi perderà l’anima sua?..."

Cari figli, sono Madre per tutti voi e perciò non temete, perché io sento le vostre preghiere. So che mi cercate e perciò io prego mio Figlio per voi: mio Figlio che è unito al Padre Celeste ed allo Spirito Consolatore; mio Figlio che conduce le anime nel Regno da cui è venuto, il Regno della pace e della luce. Figli miei, a voi è data la libertà di scegliere; io però, come Madre, vi prego di scegliere di usare la libertà per il bene. Voi, che avete anime pure e semplici, capite e sentite dentro di voi qual è la verità, anche se a volte non capite le parole. Figli miei, non perdete la verità e la vera vita per seguire quella falsa. Con la vera vita il Regno dei Cieli entrerà nei vostri cuori, ed esso è il Regno della pace, dell’amore e dell’armonia. Allora, figli miei, non ci sarà neanche l’egoismo, che vi allontana da mio Figlio. Ci sarà amore e comprensione per il vostro prossimo. Perché ricordate, ve lo ripeto di nuovo: pregare significa anche amare gli altri — il prossimo — e darsi a loro. Amate e date in mio Figlio, allora egli opererà in voi, per voi. Figli miei, pensate a mio Figlio senza sosta, amatelo immensamente ed avrete la vera vita, che sarà per l’eternità. Vi ringrazio, apostoli del mio amore. (Messaggio del 2 luglio 2018 a Mirjana).

Gesù Cristo, Dio-Uomo, l’ha detto e ri­petuto con insistenza: Fatevi dei tesori per l’altra vita!… E’ meglio andare in Pa­radiso con un occhio solo, anziché all’in­ferno con due… Nella Casa del Padre mio ci sono molte mansioni!… Vado a pre­pararvi un posto!… Che cosa giova al­l’uomo se avrà guadagnato tutto il mondo e poi perderà l’anima sua?… Nel­l’altra vita sarete come gli Angeli di Dio!… Morì il ricco epulone e fu sepolto nell’inferno!… –
Dunque il Figlio di Dio, Verità per es­senza, c’insegna che dopo questa vita ce n’è un’altra, che non finirà mai. Per con­seguenza quando si muore, non si muore del tutto, ma solo avviene la separazione dell’anima dal corpo. Va a marcire il cor­po nella tomba, in attesa dell’universale risurrezione; l’anima invece, appena spi­rata, vede Iddio ed in un batter d’occhio, viene giudicata. Se ha trascorsa la vita senza macchia e quindi non ha alcun de­bito di pena, subito entra nel gaudio e­terno e viene inabissata in un oceano di delizie, al cui confronto sono un nulla tutte le gioie terrene. Se l’anima è spi­rata nella disgrazia di Dio, cioè macchia­ta di grave colpa, è destinata all’inferno, secondo le parole di Gesù: Va’, maledet­ta, nel fuoco eterno, preparato a Satana ed ai suoi seguaci! – (Don Giuseppe Tomaselli – Il Purgatorio - La sorte eterna).

Un’anima ha peccato gravemente e molte volte; prima di partire da questo mondo, si pente, chiede perdono a Dio e riceve anche l’Assoluzione Sacramen­tale. All’inferno non può andare, perché è in grazia di Dio; subito in Paradiso non può essere ammessa, perché ha de­biti da scontare e non può avere l’identi­ca sorte di un’anima innocente. Dunque, prima di entrare in Cielo, deve andare in luogo di purificazione.
Similmente un’altra anima non ha commesso mai un grave peccato; è però caduta in molte colpe leggere, che non ha detestato e riparato abbastanza in vi­ta. All’inferno, supplizio eterno, non può andare; siccome in Paradiso nulla può entrare di macchiato, quest’anima deve purificarsi prima di essere ammessa alla visione beatifica di Dio.
La ragione dunque spinge a credere che deve esistere il Purgatorio. La fede lo insegna espressamente.
Nella Sacra Scrittura, e precisamente nel Libro Secondo dei Maccabei, si leg­ge: E’ cosa santa e salutare il pregare per i defunti, affinché siano sciolti dai loro peccati. – Si potrebbe chiedere: Ma i peccati non ci sono perdonati da Dio soltanto men­tre siamo in questa vita? – No; anche dopo la morte c’è la remissione dei pec­cati. Dice infatti Gesù: Chi avrà bestem­miato contro il Figlio dell’Uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo (…cioè resistendo alle verità rivelate da Dio…), non sarà perdonato né in questo secolo, né nel­l’altro. –
Dunque ci sono peccati che saranno rimessi dopo la morte; e non saranno certamente le anime condannate all’in­ferno ad usufruire di questo perdono, ma soltanto quelle che hanno dei debiti tem­poranei verso la Divina Giustizia. Sicco­me noi non possiamo sapere, senza una particolare rivelazione, chi sia salvo o no, conviene pregare per tutti i defunti, buoni o cattivi.
Tutti i popoli, anche pagani, hanno il culto dei morti ed offrono sacrifici a Dio in riparazione. Noi cattolici abbiamo un culto specialissimo, per cui rendiamo glo­ria al Creatore e tanto vantaggio e con­forto arrechiamo ai nostri morti.
In aiuto a queste affermazioni, vengo­no le innumerevoli apparizioni di tra­passati. (Don Giuseppe Tomaselli – Il Purgatorio - Il Purgatorio).

Iddio ci ha formati di anima e di cor­po. Ci ha messi su questa terra per dar­ci la possibilità di guadagnarci il premio eterno. Nel mondo siamo di passaggio e da un momento all’altro possiamo essere chiamati all’eternità. E’ da incoscienti, o meglio, è da pazzi il credere che la vita sia fine a se stessa. La vera vita è quella futura, che ci attende.
Figli cari! Questa sera desidero dirvi solo una parola e cioè: pregate! Cercate di trovare ogni giorno, per quanto vi è possibile, un tempo più lungo per la preghiera. Senza la preghiera non potete vivere, così come non si può vivere senza cibo. Che la preghiera sia cibo per le vostre anime! Cari figli, l’uomo che ha l’anima pura vive per Dio e per il regno di Dio. (Messaggio del 4 giugno 1987).

Ma oltre al Paradiso e all’inferno, ci deve essere un altro luogo, dimora tem­poranea, dove l’anima possa purificarsi. Lo richiede la ragione e lo insegna Dio stesso.
Oggi molti vanno all'inferno. Dio permette che i suoi figli soffrano nell'inferno perché hanno commesso colpe gravissime e imperdonabili. Coloro che vanno all'inferno non hanno più possibilità di conoscere una sorte migliore. Le anime dei dannati non si pentono e continuano a rifiutare Dio. E li lo maledicono ancor più di quanto non facessero prima, quando erano sulla terra. Diventano parte dell'inferno e non vogliono essere liberate da quel luogo. (Messaggio del 25 luglio 1982).

Il seguente episodio avvenne nel Mo­nastero di San Lorenzo in Montefalco, Archidiocesi di Spoleto, ove vive una Co­munità di Suore Clarisse; l’apparizione, o meglio la manifestazione, si ripeté ven­totto volte; ebbe inizio il 2 settembre 1918 e si chiuse il 9 novembre 1919. Emi­nenti personaggi, tra cui Cardinali, Ve­scovi e medici primari, fecero il proces­so nel tribunale ecclesiastico e si con­cluse: E’ una vera manifestazione d’ol­tre tomba! –
Le Suore di Clausura per mettersi in relazione con persone secolari, parlano, attraverso la ruota.
Suor Maria Teresa di Gesù, Abbadessa del Monastero, il 2 settembre 1918, udito il suono del campanello, si presentò alla ruota. Udì una voce gentile, ma mesta: Devo lasciare qui questa offerta. – Ser­ve per qualche Messa o per preghiere? – Senza alcun obbligo. – Se è lecito, lei chi è? – Non occorre saperlo! –
Non si sentì altro, neppure il rumore dei passi. Sulla ruota era un biglietto di lire dieci. Il fatto si ripeté diverse volte, sempre con le stesse circostanze.
Sospettandosi qualche cosa di strano, si vigilò che tutte le porte esterne fosse­ro ben chiuse e si controllassero i vari ambienti. Si ripeteva il suono del cam­panello, la voce mesta e la solita offerta e tutto ciò anche a notte inoltrata. Alle volte andavano alla ruota tre o quattro Suore; una volta erano presenti parec­chi Sacerdoti.
L’Abbadessa, istruita sul modo di com­portarsi, un giorno chiese: In nome di Dio, chi sei? – Non è ancora permesso dirlo. Sono la solita persona. – L’offerta che lei lascia, io non la piglio! – No, la prenda; è una misericordia! Serve a soddisfare la Divina Giustizia. –
Il 3 ottobre, verso le nove di sera, do­po il suono del campanello, la Suora co­sì parlò: Io temo che quanto accade sia uno scherzo del demonio! – No; sono un’anima del Purgatorio; sono Sacerdo­te; da quarant’anni sconto per avere dis­sipati beni ecclesiastici. – Erano di que­sto Monastero tali beni? – No; ma ho il permesso di portarli qui. – E dove li prende? – Il giudizio di Dio è giusto! – Ma temo che non sia un’anima del Purgatorio! – Vuole un segno? – Per carità; ho paura!… Con le offerte che lei ha portato, ho fatto celebrare tante Mes­se. Se una sola Messa può liberare un’a­nima, come mai lei non è libera? – Di queste Messe a me giunge la minima par­te. –
Si celebrarono altre Messe; in tutto trentotto. Nel frattempo si ripetevano i suoni di campanello e le richieste dell’a­nima, anche qualche ora dopo la mezza­notte. L’ultima Messa fu celebrata nella Chiesa del Gesù in Roma da Padre Luigi Bianchi, Gesuita.
Alle quattro del mattino, il 9 novem­bre 1919, ci fu l’ultima manifestazione. La voce era lieta: Sia lodato in eterno Gesù e Maria! Sono già uscito dal Pur­gatorio. Ringrazio coloro che mi hanno aiutato e pregherò per tutti! – (Don Giuseppe Tomaselli – Il Purgatorio - Da quarant’anni sconto).

Cari figli! Sono con voi per guidarvi sulla via della conversione perché, figlioli, con le vostre vite potete avvicinare tante anime a mio Figlio. Siate testimoni gioiosi della Parola di Dio e dell'amore, con la speranza nel cuore che vince ogni male. Perdonate coloro che vi fanno del male e camminate sulla via della santità. Io vi guido a mio Figlio affinché Lui sia per voi via, verità e vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. (Messaggio del 25 luglio 2022).




L'interno della mia anima è come un grande e magnifico mondo, in cui abita Iddio insieme a me


Figli cari! Andate e donate agli uomini la luce del mio divin figlio. Donatela loro insieme con me con la preghiera e con l’amore. Attraverso di voi desidero toccare tutte le anime e donare la luce a quelle più indurite. Figli miei, se voi non sperimentate questa luce o non la vedete, non potete neanche donarla agli altri, mentre Dio vi invita a fare proprio questo. Perciò fate in modo che il vostro abbandono sia completo per diventare davvero capaci di donare la luce agli uomini attorno a voi. (Messaggio del 18 giugno 1987).

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