venerdì 9 dicembre 2022

"Guagliò, tu cadrai ammalato!"

Cari figli, eccomi sono qui in mezzo a voi. Vi guardo, vi sorrido e vi amo come solo una madre può fare. Attraverso lo Spirito Santo che viene per mezzo della mia purezza, vedo i vostri cuori e li offro a mio Figlio. Già da tanto tempo vi chiedo di essere miei apostoli, di pregare per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio. Chiedo la preghiera fatta con l’amore, la preghiera che fa opere e sacrifici. Non perdete tempo a capire se siete degni di essere miei apostoli, il Padre Celeste giudicherà tutti, ma voi amatelo ed ascoltatelo. So che tutte queste cose vi confondono, anche la mia venuta in mezzo a voi, ma accettatela con gioia e pregate per comprendere che siete degni di operare per il cielo. Il mio amore è su di voi. Pregate affinché il mio amore vinca in ogni cuore, perché questo amore che perdona si dona e non cessa mai. Vi ringrazio. (Messaggio del 2 Febbraio 2015 a Mirjana).

Il mio desiderio materno è che i vostri cuori siano riempiti di pace e che le vostre anime sino pure affinché alla presenza di mio Figlio possiate vedere il Suo volto. Perché, figli miei, come madre so che avete sete di consolazione, speranza e protezione. Figli miei, voi, coscientemente ed incoscientemente cercate mio Figlio. Anch' io mentre trascorrevo il tempo terreno gioivo, soffrivo e con pazienza sopportavo i dolori finché il mio Figlio nella sua gloria li ha eliminati. Perciò dico a mio Figlio: Aiutali sempre! Voi ,figli miei, con amore veritiero illuminate le tenebre dell'egoismo che avvolgono sempre di più i miei figli. Siate generosi. Le vostre mani e il vostro cuore siano sempre aperti. Non temete. Abbandonatevi a mio Figlio con fiducia e speranza. Guardando verso di Lui vivete la vita con amore. Amare significa donarsi, sopportare e mai giudicare. Amare significa vivere le parole di mio Figlio. Figli miei, come madre vi dico: soltanto l'amore veritiero guida alla felicità eterna. Vi ringrazio. (Tratto dal messaggio del 18 Marzo 2017 a Mirjana).

Uno dei testimoni di tanti fatti prodigiosi compiuti da Padre Pio negli anni ’20 fu Emanuele Brunatto.. Questo personaggio singolare, ex attore, ex impresario, ex rubacuori, dopo essersi convertito visse, per un certo periodo, a San Giovanni Rotondo, vicino al convento dei Cappuccini. Si alzava tutte le mattine alle quattro per assistere alla Messa di Padre Pio e poi si fermava in Convento fino a sera. Spesso mangiava con i frati...una posizione ideale per vedere molte cose. Ecco una serie di episodi tratti dal suo “Diario”.
«L’inverno del 1922 fu particolarmente rigido. Quasi tutto il mese di gennaio fui solo, al mattino, a percorrere la strada del Convento: due chilometri con la neve alle ginocchia.
Quando arrivavo alla sacrestia vi trovavo il Padre accoccolato presso il braciere a scaldarsi le mani. Tre o quattro giorni di seguito mi accolse con la stessa frase: “Guagliò, tu cadrai ammalato!”, e io a ridere.
Ma una sera entrando nel mio eremo fui preso da brividi di freddo. Accesi un gran fuoco di legna nel mio camino per scaldarmi. Ma la respirazione si fece difficile: la testa, il petto, le reni cominciarono a farmi male.
Mi rivolsi a Padre Pio come se fosse presente e gli dissi: “Se debbo ammalarmi, Padre, fate che sia al Convento e non qui lontano da voi!”. Poi mi trascinai fino al letto e persi conoscenza.
Durante la notte ripresi i sensi, presi istintivamente, da sotto il guanciale, un grande fazzoletto a quadri di Padre Pio e lo portai al naso. Vi raccolsi una forte emorragia che mi liberò i bronchi e fece scendere la temperatura.
Al mattino verso le quattro potei riprendere la strada come d’abitudine e arrivai al Convento in mezzo a una gran tempesta di neve. Il Padre era in sacrestia presso il braciere e mi voltava le spalle. Senza girarsi mi domandò: “Che t’è arrivato stanotte, guagliò?”. Commosso gli raccontai l’accaduto e la provvidenziale emorragia.
“Non sarà l’ultima – mi disse – ne avrai delle altre”. Difatti una seconda emorragia mi sorprese sulla strada del ritorno e una terza a casa, la sera. Dopo di che mi sentii ristabilito.
Passarono alcuni giorni. Un mattino, prima di lasciare il Convento, andai a scaldarmi alla sala comune. Vi trovai Padre Pio seduto accanto al camino. Presi posto innanzi a lui e tesi le mani verso la fiamma che crepitava allegramente. Ero nella stessa posizione della sera del mio primo appello al Padre, presso il camino del mio eremo. Ed ecco che la febbre, l’oppressione e i dolori riapparvero esattamente come quella sera.
Padre Pio levò il capo e mi disse semplicemente: “Ebbene guagliò, eccoti servito!”.
Poi si rivolse al guardiano: “Emanuele ha 40 di febbre e dovrà tenere il letto per una quindicina di giorni: Difatti il termometro segnò 40 gradi e restai a letto giusto quindici giorni, con bronchite doppia, infezione intestinale e nevrite».
(I Fioretti - Eccoti Servito - dal numero 49 del 18 dicembre 2016).

Cari figli, vi invito a diffondere la fede in mio Figlio, la vostra fede. Voi, miei figli, illuminati dallo Spirito Santo, miei apostoli, trasmettetela agli altri, a coloro che non credono, non sanno e non vogliono sapere. Perciò voi dovete pregare molto per il dono dell’amore, perché l’amore è un tratto distintivo della vera fede e voi sarete apostoli del mio amore. L’amore ravviva sempre nuovamente il dolore e la gioia dell’Eucaristia, ravviva il dolore della Passione di mio Figlio, che vi ha mostrato cosa vuol dire amare senza misura; ravviva la gioia del fatto che vi ha lasciato il suo Corpo ed il suo Sangue per nutrirvi di sé ed essere così una cosa sola con voi. Guardandovi con tenerezza provo un amore senza misura, che mi rafforza nel mio desiderio di condurvi ad una fede salda. Una fede salda vi darà gioia e allegrezza sulla terra e, alla fine, l’incontro con mio Figlio. Questo è il suo desiderio. Perciò vivete lui, vivete l’amore, vivete la luce che sempre vi illumina nell’Eucaristia. Vi prego di pregare molto per i vostri pastori, di pregare per avere quanto più amore possibile per loro, perché mio Figlio ve li ha dati affinché vi nutrano col suo Corpo e vi insegnino l’amore. Perciò amateli anche voi! Ma, figli miei, ricordate: l’amore significa sopportare e dare e mai, mai giudicare. Vi ringrazio. (Messaggio del 2 Luglio 2015 a Mirjana).




Amare vuol dire sia voler bene al prossimo che desiderare la conversione della sua anima

È l’ora, figlioli, di essere il riflesso del mio amore per tutti coloro che non amano e i cui cuori sono conquistati dall’odio!


Cari figli, in questo tempo di preparazione e di gioiosa attesa, io come Madre desidero indicarvi ciò che è più importante: la vostra anima. Può nascere in essa mio Figlio? E’ purificata con l’amore dalla menzogna, dalla superbia, dall’odio e dalla malvagità? La vostra anima ama al di sopra di tutto Dio come Padre e il fratello in Cristo? Io vi indico la strada che innalzerà la vostra anima all’unione completa con mio Figlio. Desidero che mio Figlio nasca in voi. Che gioia per me, la Madre. Vi ringrazio. (Messaggio del 2 Dicembre 2009 a Mirjana).

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