venerdì 15 settembre 2023

"Incamminatevi dietro a mio Figlio, siate una cosa sola con Lui, siate figli di Dio!"

Cari figli, vi invito di nuovo maternamente ad amare, a pregare senza sosta per il dono dell’amore, ad amare il Padre Celeste al di sopra di tutto. Quando amerete Lui, amerete voi stessi ed il vostro prossimo. Queste realtà non possono essere separate. Il Padre Celeste è in ogni uomo, ama ogni uomo e chiama ogni uomo col proprio nome. Perciò, figli miei, attraverso la preghiera ascoltate la volontà del Padre Celeste. Parlate con Lui. Abbiate un rapporto personale col Padre, che renderà ancora più profondo il rapporto tra voi, comunità dei miei figli, dei miei apostoli. Come Madre desidero che, attraverso l’amore verso il Padre Celeste, vi eleviate al di sopra della vanità di questa terra ed aiutiate gli altri a conoscere e ad avvicinarsi gradualmente al Padre Celeste. Figli miei, pregate, pregate, pregate per il dono dell’amore, perché l’amore è mio Figlio. Pregate per i vostri pastori, affinché abbiano sempre amore per voi, come l’ha avuto e l’ha mostrato mio Figlio dando la sua vita per la vostra salvezza. Vi ringrazio. (Messaggio del 2 novembre 2013 a Mirjana).

Questa è una leggenda degli indiani Cherokee a riguardo del "rito di passaggio". Il padre porta il figlio nella foresta, gli mette una benda sugli occhi e lo lascia lì da solo. Il giovane deve rimanere seduto su un tronco tutta la notte senza togliere la benda finché i raggi del sole non lo avvertono che è mattino. Non può e non deve chiedere aiuto a nessuno. Se sopravvive alla notte, senza andare a pezzi, sarà un uomo. Non può raccontare della sua esperienza ai suoi amici o a nessun altro, perché ogni giovane deve diventare uomo da solo. Il ragazzo è chiaramente terrorizzato: sente tanti rumori strani attorno a lui. Ci sono senz'altro bestie feroci che lo circondano. Forse anche degli uomini pericolosi che gli faranno del male. Il vento soffia forte tutta la notte e scuote il tronco su cui è seduto, ma lui va avanti coraggiosamente, senza togliere la benda dagli occhi. In fondo, è l'unico modo per diventare uomo! Finalmente, dopo una notte terrificante, esce il sole e si toglie la benda dagli occhi. Ed è così che si accorge che suo padre è seduto sul tronco a fianco a lui. È stato di guardia tutta la notte proteggendo suo figlio da qualsiasi pericolo. Il padre era lì, anche se il figlio non lo sapeva. Anche noi non siamo mai soli. Nella notte più terrificante, nel buio più profondo, nella solitudine più completa, anche quando non ce ne rendiamo conto, Dio non ci abbandona mai, e fa la guardia, seduto sul tronco a fianco a noi. (Seduto su un tronco).

Cari figli, in questo tempo inquieto io vi invito di nuovo ad incamminarvi dietro a mio Figlio, a seguirlo. Conosco i dolori, le sofferenze e le difficoltà, ma in mio Figlio vi riposerete, in Lui troverete la pace e la salvezza. Figli miei, non dimenticate che mio Figlio vi ha redenti con la sua croce e vi ha messi in grado di essere nuovamente figli di Dio e di chiamare di nuovo "Padre" il Padre Celeste. Per essere degni del Padre amate e perdonate, perché vostro Padre è amore e perdono. Pregate e digiunate, perché questa è la via verso la vostra purificazione, questa è la via per conoscere e comprendere il Padre Celeste. Quando conoscerete il Padre, capirete che soltanto Lui vi è necessario (la Madonna ha detto questo in modo deciso e accentuato). Io, come Madre, desidero i miei figli nella comunione di un unico popolo in cui si ascolta e pratica la Parola di Dio. Perciò, figli miei, incamminatevi dietro a mio Figlio, siate una cosa sola con Lui, siate figli di Dio. Amate i vostri pastori come li ha amati mio Figlio quando li ha chiamati a servirvi. Vi ringrazio! (Messaggio del 2 giugno 2013 a Mirjana).

Signore, tu chi sei? Questo desiderio di conoscerti è la vera risposta alla tua venuta. Sei venuto per essere cercato ogni giorno, là dove ti doni nell'inesauribilità del tuo Mistero. Ogni giorno tu mi rivelerai "chi sei". Gesù dammi questa fede e questa speranza. La mia vita terrena non è più banale, gretta, meschina, da quando tu l'hai percorsa camminando per le mie stesse strade, godendo e soffrendo le mie stesse vicende, insegnandomi che la provvidenza del Padre vigila su tutti e soprattutto su coloro che seguono te. Fammi fedele al tuo: "Vieni e seguimi". Dicendo "vieni", non hai detto: andremo qui, andremo a far questo, a far quello...hai detto in modo assoluto: "Vieni e seguimi"; perciò il nostro andare è seguirti. Seguirti con fedeltà, ma anche con umiltà. Non ti dirò come Pietro: "Signore dove vai? Darò la mia vita per te". Tu mi risponderesti: "Ci sarà chi ti cingerà i fianchi e ti condurrà dove non vorresti". Signore, mi sia dato di seguirti e non di precederti. Signore, mi sia dato di seguirti senza domandarti dove mi porti. Ho tanta fiducia in te e mi basta; dove tu mi porterai, verrò. Se ti seguirò, potrò diventare testimone di tutti i tuoi miracoli; se invece vorrò precederti, non conoscerò che la follia e il peccato. Dove ti piacerà camminare, là io camminerò. Gesù, per dove ti piacerà passare, là io passerò. Mi basti tu, perché non soltanto cammini sulla mia strada, ma sei addirittura la "mia strada". Se sarai per me via serena e pianeggiante, sii benedetto! Se sarai sentiero affocato e polveroso, sii ugualmente benedetto! Mi basta sapere, per la mia pace, che non sono chiamato a camminare per tante strade ma per una sola: te. Tu sei la strada che mi conduce alla mèta: in Patria, alla Casa del Padre. Sarò pellegrino fino a quel momento. Allora finalmente nessuno mi comanderà di andare, né tu mi dirai più: "Vieni", ma la tua voce, fatta di amore, mi inviterà: "Rimani!". (Seguimi - Card. Anastasio Ballestrero).

Penso alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c'è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio". (Raggiungere Dio - Benedetto XVI, Udienza generale, 13 febbraio 2013).

Cari figli, anche oggi sono tra di voi per mostrarvi la via che vi aiuterà a conoscere l’amore di Dio. Amore di Dio che vi ha permesso di sentirlo come Padre e invocare come Padre. Da voi aspetto che con la sincerità riguardate nei vostri cuori e vediate quanto lo amate. E’ l’ultimo ad essere amato? Circondati dai beni, quante volte lo avete tradito, negato e dimenticato? Figli miei, non illudetevi con i beni terreni. Pensate all’anima quale più importante del corpo. Purificatela. Invocate il Padre. Lui vi aspetta, ritornate da Lui. Io sono con voi perché Lui nella sua misericordia mi manda. Grazie! (Messaggio del 2 novembre 2009 a Mirjana).



L’unica meta è Gesù!

Pregate ed amate, cari figli: con l'amore potrete fare anche ciò che vi sembrava impossibile!


Figli cari, lodate il Signore dal profondo del cuore! Benedite continuamente il suo nome! Figlioli, ringraziate senza sosta Dio Padre onnipotente che vuole salvarvi in ogni modo perché dopo questa vita terrena possiate essere per sempre con lui nel regno eterno. Figli miei, il Padre vi desidera vicino a lui quali suoi figli cari. Egli vi perdona sempre, anche quando commettete ripetutamente gli stessi peccati. Però voi non lasciate che il peccato vi allontani dall’amore del vostro Padre Celeste. (Messaggio del 6 ottobre 1987).

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